Eccole, puntuali come a ogni inizio stagione, le classifiche per somme vinte dai cavalli italiani nel salto ostacoli. Si tratta dell’edizione numero 28 delle graduatorie elaborate da Cavalli & Cavalieri. Un particolare che ci piace ricordare perché moltissime amazzoni e cavalieri che nel 2019 con passione e competenza hanno portato i loro saltatori italiani a competere, in quegli anni non erano ancora nati. La cosa ha un suo valore perché da allora – parliamo di trent’anni – molte cose sono cambiate in meglio per i cavalli Italiani, grazie alla volontà e agli investimenti degli allevatori. Altre no. E ci riferiamo all’immobilismo dell’Ente di riferimento – che nelle varie declinazioni (ENCI, UNIRE, ASSI, MiPAAF, MiPAAFT e poi ancora MiPAAF) non ha saputo cogliere l’occasione offerta dai grandi successi che si stanno registrando da qualche tempo. Insomma, il Sella Italiano va veloce, anzi velocissimo e il Ministero sta fermo. Come per le graduatorie del 2018, anche stavolta i migliori cavalli italiani sono, infatti, quelli che gareggiano all’estero e, in buona parte, sotto la sella di cavalieri stranieri. Cavalli che, pertanto, ‘sfuggono’ al MiPAAF che attinge alla banca dati FISE. Quest’ultima è infatti competente sull’attività sportiva che si svolge in Italia e, per quanto riguarda i cavalieri italiani, anche di quella che questi svolgono all’estero indipendentemente dai cavalli che montano.
CIFRE CHE FANNO LA DIFFERENZA
Non è una questione da poco. Basta dare un occhio alla classifica generale per rendersene conto. Solo nella Top 60 i cavalli italiani che hanno vinto con cavalieri stranieri sono infatti ben undici. Di alcuni, quelli che hanno gareggiato nel nostro Paese, c’è traccia, di altri nulla. Ma sono numeri che fanno la differenza. Per esempio, il leader del 2019, PSG Final ex Tuliman della Caccia dell’irlandese Cian O’Connor, si è portato a casa la bellezza di 437.681 euro invece dei 10mila che risultano grazie al piazzamento centrato in Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena. Lo stesso discorso vale per Lazzaro delle Schiave e Acapulco FZ. Il super baio di Massimo Grossato ha infatti vinto con il cavaliere azzurro 103.042,80 euro, ed è quindi il capolista in pectore. Lazzaro ha però poi aggiunto al suo score annuale altri 6mila euro vinti con Cian O’Connor che lo ha acquistato dopo la finale di Nations Cup di Barcellona di ottobre. Il grigio Acapulco FZ ha invece vinto in Italia 14.614 euro con la belga Celine Schoonbroodt-De Azevedo ma il suo totale, considerando l’attività svolta all’estero, è di 22.168 euro. Lo stesso dicasi per Lord Bi con l’irlandese Ivan Dalton (750 euro contro 19.758) e Acheo di San Patrignano prima in gara con il portoghese Luis Sabino Gonçalves e poi acquistato e montato dalla fine dello scorso anno da Marta Bottanelli (710,50 contro 14.065,20 euro). Completamente sconosciuti per il MiPAAF, in termini di vincite nel 2019 perché non hanno gareggiato in Italia, sono invece Quality FZ, compagno di gara di Rodrigo Pessoa, lo stallone Benitus di Vallerano, della cinese di Taipei Jasmine Chen, Ambra ex Ambramarie del Beiro con la statunitense Julie Welles, il sardo Major Delacour con Robert Whitaker, Hello Diamant con Francois Mathy Jr. e Belanda con la giovane belga Leonie Peeters.
IL MERCATO EUROPEO GUARDA AL SELLA ITALIANO
Anche se si configura come un problema quello dei cavalli italiani in giro per il mondo dei quali il MiPAAF ha perso ogni traccia, rappresenta paradossalmente una bella occasione di visibilità e promozione del Sella Italiano. Guarda caso a febbraio nell’asta online Acte III de The Auction by Arqana per embrioni, che si è svolta per via telematica venerdì 14 e sabato 15 febbraio, il secondo prezzo più alto pagato è stato quello del futuro fratello o sorella piena di PSG Final ex Tuliman della Caccia che è stato battuto per 35mila euro. Il puledro che nascerà non verrà magari iscritto in Italia, ma rimane pur sempre un prodotto ‘Made in Italy’. Al proposito vale la pena ricordare che nella stessa asta per 29mila euro è stato venduto un altro embrione italiano combinazione genetica tra Chacco-Blue e Luce Luce (Acorado II x Landgraf I), l’ottima saltatrice allevata da Stefano Cavallini e compagna di gara di Simone Coata. Ancora a dicembre in un’asta della stessa organizzazione riservata ai cavalli giovani che si è svolta a Parigi, a passare di mano per ben 270mila euro è stata Pinki Pay, seconda classificata a ottobre nel Campionato dei cavalli giovani di Arezzo tra le femmine di 5 anni con Paolo Adamo Zuvadelli. Si tratta di segnali importanti da sfruttare al massimo!
INVERSIONE DI TENDENZA
Altro segnale positivo che arriva dall’elaborazione delle somme vinte dai Sella Italiano in salto ostacoli nel 2019 è la confermata inversione di tendenza rispetto ai numeri dei cavalli in gara. Fino a qualche stagione fa, infatti, la fetta più significativa dei saltatori era quella dei soggetti giovani a riprova del ‘monopolio’ esercitato sui nostri cavalli dalle tappe del circuito classico organizzato dal MiPAAF. Ora non è fortunatamente più così. Sul totale di 9.575 soggetti italiani in gara la passata stagione, quelli di età compresa tra i 4 e i 7 anni – quindi potenziali ‘clienti’ del circuito cavalli giovani – sono stati 2.600. Meno di un terzo, quindi, il che significa che i restanti 6.900 si sono confrontati in concorsi ippici comuni, cioè non riservati. E non importa se per affrontare una gara da un metro e dieci o un Gran Premio o un CSI, perché quello che conta è che ci siano amazzoni e cavalieri che trovano nel Sella Italiano il cavallo giusto per le proprie capacità e ambizioni. Del resto è questo il mercato di riferimento per ogni allevatore e per ogni studbook. In ogni angolo d’Europa! Il cavallo buono o superiore, che dir si voglia, avrà sempre un suo acquirente, lo confermano i tantissimi Sella Italiano in giro per il mondo. Più difficile è trovare la giusta collocazione ai soggetti che potremmo definire normali ma che normali in fondo non sono perché funzionano e danno soddisfazione a chi li monta. Infine, una considerazione sul circuito MiPAAF: il montepremi in queste gare ‘pesa’ in maniera decisiva sul totale delle vincite e rimane, volenti o nolenti, la principale fonte di sostenimento per molti allevatori, proprietari e cavalieri. Ma ora che il mercato estero si è aperto in maniera così evidente per offrire prodotti competitivi sarà necessario iniziare a tutelare ulteriormente i puledri fin dalle loro prime stagioni agonistiche. Servono cavalli bravi, ma anche sani e non sfruttati.