UN COLPO DI FULMINE LI HA UNITI E UNA SORTA DI ALCHIMIA LI HA LEGATI PER ANNI NELL’AFFRONTARE PERCORSI OLTRE OGNI RAZIONALE ASPETTATIVA. LA MAGIA DI LUCA MONETA E CONNERY.
Piazza di Siena 2019: “Adesso tutto è più facile perché Connery ha compiuto 18 anni, ha preso la patente e guida lui!” esordisce Luca Moneta all’inizio della nostra intervista. “Connery mi sta ripagando di un percorso che ho iniziato vent’anni fa. Un modo alternativo di approcciarsi ai cavalli, che comprende il rispetto delle loro necessità etologiche, lasciandoli al pascolo, lavorando sulla loro componente emotiva. Questo approccio è positivo per ogni cavallo. Dobbiamo abituare il cavallo con alcuni passaggi fondamentali e progressivi. Nella mia quotidianità li riporto a una vita che ritengo più congeniale per i cavalli sportivi…”.
Queste le parole che Luca Moneta ha dedicato al suo compagno di gara e amico Connery che qualche mese dopo, a diciannove anni, è stato ufficialmente ritirato dalle competizioni e che ora si gode la sua pensione al prato in compagnia dei suoi amici.
Amore a prima vista
“Ricordo ancora la prima volta che Connery è arrivato in scuderia. Mi sono subito reso conto di quanto vivesse ogni cosa con stress. Era tutto troppo per lui e questo lo rendeva ipersensibile. Questo suo modo di essere, molto istintivo, mi aveva colpito subito. Era davvero particolare, solo montare in sella era un problema; eppure dopo il primo saltino avevo già capito che era il mio. Me ne sono innamorato all’istante. Ho subito detto a mia moglie Nicoletta che dovevamo comprarlo e lei, un po’ perplessa, mi rispose ‘facciamo come vuoi’… Tutti mi dicevano, si è carino ma al massimo salterà le 130, non ha mezzi, poi dicevano non salterà le 135, poi le 145 e le 150… era complicato ma lo volevo a tutti i costi. La sua proprietaria, Lucia Butelli, me ne regalò la metà ma alla fine è diventato tutto nostro”.
“Era un nano – aggiunge Nicoletta – bello lo era di certo ma era così piccolo; come coppia al momento non sembravano proprio bene assortiti. Ma tra loro è stato amore a prima vista. E adesso Connery è diventato il nostro ‘metro di misura’, tutti i cavalli che vediamo hanno qualche cosa di emozionante, così per non correre il rischio di innamorarci di tutti Luca e io ci chiediamo: ma è Connery? Le sensazioni sono le stesse sì o no? A quel punto capiamo che sarà molto difficile trovare un cavallo come lui.”
“La decisione di ritirarlo è venuta dopo Losanna, lo abbiamo messo a riposo al prato e poi ho capito che era arrivato il momento di metterlo in pensione; tutto quello che faceva Connery lo faceva per me ma in fondo per lui l’agonismo è sempre stato una fonte di stress”, conclude Luca.
La loro storia
“Ho comprato Connery alla fine dei cinque anni. Tutti dicevano che era matto – racconta Lucia Butelli – Appena domato dicevano che era troppo piccolo e che aveva un pessimo carattere. Però mi piaceva e lo comprai. Ho cominciato a montarlo in concorso dai sei anni e sono arrivata a saltare le 135. L’ho montato fino al 2011 ma era davvero difficile, non riuscivo a gestirlo in percorso.
In quel periodo lavorava da noi Natale Chiaudani e fu grazie a lui che ho conosciuto Luca. Natale mi continuava a ripetere che il cavallo era troppo difficile e così mi indirizzò a Luca dicendomi che era l’unico che poteva aiutarmi”. Così Connery arrivò nella sua scuderia nel 2011. “Luca subito mi disse ‘ma che cavallo è?’ E io non capivo cosa intendeva dire. In realtà Luca era straordinariamente colpito da questo piccolo cavallo. Mi chiese di lasciarglielo montare e così Connery restò da lui. Quando Luca mi promise che sarebbe rimasto con lui per tutta la vita mi decisi a venderglielo”. Tutto il mondo del salto ostacoli ha assistito alle prodezze atletiche di questo straordinario binomio che ha affrontato percorsi impegnativi sui campi di gara più importanti al mondo.
Piccolo a chi? Una carriera ai massimi livelli
In carriera Connery ha sempre affrontato ostacoli alti quanto lui. In più di dodici anni di carriera internazionale, Connery ha saltato e vinto ovunque. Il curriculum del baio di Luca Maria Moneta è colmo di presenze in CSI, CSIO, World Cup, Global Champions Tour, Gran Premi e Coppe delle Nazioni disputati non solo nei più famosi concorsi ippici di tutt’Europa, ma anche in Medio Oriente, Estremo Oriente e in America dove nel 2015 ha preso parte alla finale di Coppa del Mondo di Las Vegas.
Quella di Connery è stata una vita da ‘globetrotter’ vissuta sempre, grazie al suo cavaliere, con il benessere psicofisico come assoluta priorità. Per questa ragione, non sono solo le tante vittorie ottenute a qualificarne il curriculum, ma i piazzamenti nelle posizioni di rincalzo delle classifiche se non addirittura i ritiri. Ritiri che non sono mancati, ma che vanno considerati come delle vere e proprie medaglie e non degli obiettivi mancati.
Del resto questo rientra pienamente nella filosofia di Luca Moneta. Che si salti in una 130 o in un Gran Premio se per il nostro cavallo la giornata è una di quelle ‘no’ perché continuare a tirare la gara allo spasimo fino alla fine? Cosa può imparare di più da una condotta di gara di questo genere il nostro compagno? Ecco, anche per questo ‘the flying pony’ Connery è stato un grande tra i grandi. Un grande cavallo, un portentoso saltatore che ha gareggiato fino a diciotto anni affrontando con coraggio e uno stile da manuale percorsi con ostacoli enormi, imponenti e, soprattutto, alti quasi quanto lui. Certo per un cavallo da sport le vittorie hanno il loro valore.
E queste non mancano nella bacheca del baio westfalen, figlio di Cordobes II, stallone di nobili origini alto 1,64, e Petite Fleur da Polydor. Con l’eccezione di Connery Cordobes in razza poco altro ha lasciato, rendendo ancor più eccezionali le qualità mentali e la tecnica sopraffina del compagno di gara di Moneta al quale va il grande merito di averlo saputo capire, aspettare e gestire nel migliore dei modi e con grande rispetto e complicità.
Vittorie ottenute ad Ascona, Abu Dhabi, Salisburgo, Losanna, Geesteren, Dinard, Drammen, Göteborg, Helsinki che insieme ai secondi posti di Basilea, Budapest, Chantilly, Londra Olympia, Drammen, Lipsia e nel Gran Premio di Coppa del Mondo di Zurigo, e ai terzi ottenuti ad Abu Dhabi, Cortina d’Ampezzo, La Coruña, Ebreichsdorf, Donaueschingen, Vejer de la Frontera e ancora a Chantilly, Lipsia e Londra Olympia, rendono tutto lo spessore della sua carriera. Non male per un cavallo che da giovane era stato considerato ingestibile…