PROTEGGIAMO I CAVALLI DALLE MALATTIE CON LA PREVENZIONE E CON I VACCINI
Prima di parlare dei nostri amici cavalli, compagni dei momenti più sereni o più avvincenti delle nostre giornate, riteniamo utile fare una piccola e veloce introduzione su come l’uomo abbia nei secoli cercato di proteggere se stesso, la comunità e gli animali dalla piaga della sofferenza, delle malattie. In questo progetto millenario che ha portato l’uomo ad avere i primi rudimenti di igiene e di cura delle malattie con ciò che la natura, la capacità di osservazione e l’ingegno gli donavano, un anno di svolta fu il 1798. In quell’anno Edward Jenner, medico inglese, notò che i contadini che erano venuti a contatto, infettandosi, col vaiolo bovino durante le operazioni di mungitura, successivamente non si ammalavano col vaiolo umano.
Il vaiolo bovino, nell’uomo, si manifestava in una forma lieve che causava solo qualche lesione di piccola entità, spesso limitata alle mani. Si calcola invece che il vaiolo umano abbia causato la morte di quasi 500milioni di persone nel solo XX secolo. Anche i sopravvissuti, dopo aver contratto l’infezione e a causa delle lesioni vaiolose, andavano incontro a cecità o persino a deformazioni fisiche che ne riducevano drammaticamente la qualità della vita. Edward Jenner pensò di inoculare il virus del vaiolo bovino nell’uomo, causandogli manifestazioni lievi della patologia ma proteggendolo dalla forma umana che era estremamente letale o debilitante. La risposta del sistema immunitario umano esposto al virus del bovino era infatti in grado di riconoscere e combattere il virus specifico dell’uomo qualora ne fosse venuto successivamente a contatto. In questo modo Jenner salvò la vita di milioni di persone per questa sola patologia. Questo principio ha successivamente salvato, nei secoli, miliardi di esseri umani e animali da malattie altamente letali arrivando in molti casi a eradicarle completamente dalla faccia della terra. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato finalmente eradicato il vaiolo solo nel 1979, quasi due secoli dopo l’invenzione del vaccino e due anni dopo l’ultimo caso conclamato osservato in Somalia nel 1977. Il virus del vaiolo bovino, chiamato vaccinia virus (dal latino vaccinus: ‘della vacca’) ha così dato il nome alla pratica di protezione immunitaria da vaccino (‘immunizzazione attiva’). Nel tempo gli scienziati hanno utilizzato questa preziosa esperienza per altri virus, batteri e anche tossine batteriche (come nel caso del vaccino antitetanico che agisce contro la sola tossina del Clostridium tetani).
Oggi, la stragrande maggioranza dei vaccini proviene da virus che vengono distrutti azzerandone la virulenza. Questi vaccini si dicono ‘spenti’, ‘inattivati’ e ‘a subunità’. Successivamente vengono create strutture in grado di esporre grandi quantità̀ di quella porzione di virus che è in grado di provocare una risposta del sistema immunitario (l’antigene). Inoltre vengono spesso aggiunte sostanze, dette adiuvanti, che aumentano l’efficacia della risposta immunitaria del soggetto, uomo o animale che sia.
I VACCINI PER I CAVALLI
Purtroppo, per il cavallo non esistono molti vaccini. Quelli disponibili sono sostanzialmente quattro: influenza, tetano (questi primi due solitamente veicolati da un unico vaccino bivalente), West Nile Virus (anche detto virus della febbre del Nilo) e Herpes Virus. Per ognuna di queste patologie esistono vaccini efficaci sul mercato. È necessario che il vaccino venga somministrato dal veterinario dopo una attenta visita del cavallo. È infatti fondamentale che il cavallo sia in buono stato di salute e non abbia in corso altre patologie virali o batteriche che andrebbero a distrarre la risposta immunitaria a volte aggravando la sintomatologia della malattia in essere, fino a quel momento invisibile. In qualche caso comunque alcuni stati non ottimali non sono percepibili nemmeno dal veterinario e si può verificare qualche reazione transitoria, normalmente già descritta, a seguito della vaccinazione.
Tutti questi vaccini sono fondamentali per il benessere dei nostri amici cavalli, perché ci consentono di proteggerli da malattie fortemente debilitanti che possono portare a danni anche irreversibili, come l’Herpes Virus nella forma respiratoria o a situazioni in diversi casi molto gravi, quando non mortali, come il West Nile Virus.
Di queste patologie si dovrebbe parlare in modo più approfondito, poiché molto spesso il proprietario non comprende o non s’informa sulla possibile gravità della sintomatologia e si trova a gestire situazioni gravissime e urgenti con cure spesso difficili e tardive. Vedere i nostri cavalli penare e soffrire in preda alla malattia ci fa spesso ricorrere ai tentativi più̀ estremi e alle spese più folli quando invece la scienza ci aveva già offerto l’unica vera arma efficace: la prevenzione.
TEAM ACME