L’equilibrio
Il contatto con l’animale è il più importante requisito di base per poter apprendere. Avere una linea diretta profonda con il cavallo consente di eliminare la paura e di creare una condizione di reciproca fiducia.
Talvolta questa connessione con il cavallo è superiore alle capacità tecniche. I veri e più grandi risultati sono fondati su questo contatto, sul reciproco feeling tra cavallo e cavaliere. La prima cosa che i giovani allievi devono ottenere a cavallo è l’equilibrio. Senza equilibrio si cade da cavallo oppure ci si aggrappa con forza per non farlo. Il raggiungimento dell’equilibrio, soprattutto del busto, è il prerequisito per ogni futuro risultato in sella. Serve montare a cavallo senza sella per sentirne il movimento direttamente e assecondarlo. Essere in grado di stare in equilibrio sulla schiena del cavallo ad ogni andatura deve essere il primo obiettivo del cavaliere.
Susanne von Dietz – ‘Balance in Movement’
L’esperienza
Per poter addestrare un cavallo e presentarlo con successo nelle competizioni di ogni genere con rendimento e stile è necessario acquisire una certa esperienza. Ma cos’è l’esperienza dell’uomo nel mondo del cavallo? È ciò che deriva dal tempo passato a contatto con i cavalli? Dal numero di cavalli montati? Queste sono certamente condizioni indispensabili ma di per sé insufficienti. L’esperienza si costruisce attraverso una costante osservazione, con molte prove e correzioni del proprio modo di agire, meditazione sui risultati ottenuti, positivi e negativi, e deduzioni rese possibili dalla propria sensibilità. Un uomo esperto deve conoscere profondamente il cavallo e saperne interpretare manifestazioni e reazioni. Non è saggio né utile al cavaliere farsi illusioni quando è aiutato da qualche buon cavallo generoso ma gli conviene piuttosto riconoscere i propri limiti e lavorare con impegno per cercare di elevarli. Solo la consapevolezza di quanto ancora si deve imparare consente di migliorare le proprie conoscenze.
Fabio Mangilli – ‘Il cavallo e il cavaliere’
Calmo, in avanti, dritto
Gli obiettivi del cavaliere nell’addestrare un cavallo possono essere riassunti in tre principi: calmo, in avanti, diritto. L’ordine nel quale questi tre obiettivi devono essere perseguiti è assoluto, invariabile, non bisogna ricercare il successivo se ancora non si è ottenuto il precedente. Affinché il cavallo possa comprendere e gradire le nostre azioni deve essere innanzitutto calmo e fiducioso. Il cavallo calmo e fiducioso ci affida le sue forze impulsive che noi potremo al meglio indirizzare. La franchezza del movimento in avanti è il primo segnale; il cavallo potrà essere messo con la franchezza delle andature nel movimento in avanti. Una volta ottenuto questo secondo obiettivo si va alla ricerca del terzo, il cavallo diritto, dove per rettitudine si intende un’unica linea dalla nuca alle anche, dove le orme dei posteriori seguono esattamente le linee tracciate dagli anteriori…. Il conseguimento dei tre obiettivi consente di ottenere la leggerezza la cui caratteristica risiede nella flessibilità elastica e sciolta di tutto il cavallo, ottenibile soltanto in assenza di ogni contrattura inopportuna. Supponendo di avere raggiunto la leggerezza, bisogna essere consapevoli che non potrà essere mantenuta sempre, sarà l’armonia che il cavaliere è in grado di mantenere grazie all’uso corretto degli aiuti che sarà in grado di ripristinarla. E qui si pongono molte altre questioni…
Alexis L’Hotte – ‘Questions équestres’
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