QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA SULL’ALLEVAMENTO DEL CAVALLO SPORTIVO E IN PARTICOLARE DEL SELLA ITALIANO? NE PARLANO LE TRE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI ALLEVATORIALI E QUELLE DEI CAVALIERI E DEGLI ADDESTRATORI
Gli allevatori del cavallo da sella italiano e tutta la filiera nazionale, che coinvolge addestratori, preparatori e cavalieri, guardano con preoccupazione al domani.
A differenza delle attività equestri, l’allevamento non è stato bloccato dalle varie ordinanze governative che si sono succedute nel periodo di fermo determinato dalla pandemia.
Tra nascite e fecondazioni, tutto è più o meno proseguito nella norma. Ma rimane un grande punto interrogativo sul domani.
Allevare un puledro rappresenta un investimento economico e anche un obbligo morale rispetto al futuro suo e di chi lo ha fatto nascere. Per questo motivo, in molti hanno riflettuto bene prima di coprire di nuovo la propria fattrice.
Il timore che la congiuntura economica che si prospetta per tutte le attività produttive si faccia sentire anche per quelle legate allo sport, è forte. Nell’equitazione, l’aggravante è che il fine è l’allevamento.
Basterà la passione che anima coloro che allevano, addestrano e montano i cavalli giovani, per ridurre al minimo l’inevitabile impatto che il Covid-19 avrà su tutto il comparto? Questo il pensiero di Cavalli d’Italia, ANACSI e ANACAAD (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Anglo Arabo e Derivati ) le tre associazioni del cavallo da sella riconosciute dal MiPAAF (Ministero Delle Politiche Agricole Alimentari E Forestali) – e di UNIACS (Unione Nazionale Italiana Addestratori Cavalli Sportivi ) e UNAIP (Unione Nazionale Addestratori Italiani Puledri) che rappresentano invece i cavalieri e gli addestratori di cavalli giovani e i preparatori dei puledri.
LEGGI l’ARTICOLO COMPLETO SU CAVALLI&CAVALIERI DI GIUGNO 2020.