Sara Morganti si sta preparando alla paralimpiadi allenandosi con tre cavalli. Supportata da una squadra a cui deve, dice, tutti i suoi successi.
La storia di Sara Morganti è di quelle che ti mozzano il fiato. Sara riesce a trasmettere positività a chiunque la incontri, con quel sorriso contagioso che ti fa credere che sia tutto semplice quello che semplice non è. Sara Morganti monta a cavallo da quando aveva 13 anni. Poi, a 19 anni, le viene diagnosticata la sclerosi multipla. Una sentenza che fa crollare molte certezze, una tra tutte: potrò ancora montare a cavallo? «Anche se mi avessero detto di no, ci avrei provato lo stesso», afferma sfoderando ancora una volta il suo sorriso e svelando tutta la sua determinazione.
Sara non si è mai arresa, nemmeno quando la malattia, più veloce di quanto previsto, le ha tolto la possibilità di camminare, a un mese dalle nozze col compagno di vita da quando è ragazzina, Stefano, sempre al suo fianco. «Sono riuscita con tutta la forza che avevo a percorrere la navata aggrappata al braccio di mio padre», racconta. Con quella stessa forza, ha continuato a montare a cavallo, prima da sola e poi – ai tempi in cui Google non esisteva ancora, sottolinea lei – scoprendo che non lontano da casa sua, a Braga (Lucca), esisteva un centro per cavalieri disabili. Da lì è iniziato il percorso che l’ha portata ai vertici del ranking mondiale del Paradressage.
Team vincente
Sara Morganti è medaglia d’oro ai campionati del mondo 2014 nel freestyle, medaglia di bronzo agli Europei 2015 di Deauville (Francia), due volte medaglie d’oro ai campionati del mondo 2018 (prova tecnica e freestyle) a Tryon (USA), due volte medaglia d’argento agli Europei nel 2019 a Rotterdam (Olanda), tutti risultati che ha ottenuto con la sua cavalla Royal Delight. «È con me da 10 anni, l’ho domata da puledra», spiega. Da otto anni ha al suo fianco i tecnici Laura Conz e Alessandro Benedetti. «I miei risultati non sono solo miei, ma di tutta la mia squadra. I cavalli, io, Laura e Alessandro, Stefano ovviamente, e i miei groom… Siamo un team affiatato, e ognuno dei componenti è un tassello fondamentale del lavoro che mi ha portato a raggiungere tutti i traguardi». Una squadra arrivata «con fortuna ma anche consapevolezza», dice.
Royal, Ferdinand e Mariebelle
Per quanto riguarda la componente equestre, Sara attualmente monta tre cavalli: la fedele compagna di viaggio Royal Delight, Ferdinand di Fonte Abeti, un castrone che arriva dalle competizioni di dressage, e Mariebelle, una femmina dolcissima che gareggiava nel salto ostacoli, con lei solo da un anno. «Tutti sono convinti che un cavallo adatto a questa disciplina debba essere poco più che un ronzino, ma non è così. Deve essere tranquillo ma deve avere qualità estetiche e fisiche di livello, oltre che eleganza nell’andatura», spiega Sara. Nel suo caso, con una disabilità di grado 1, (il più alto), l’andatura delle figure è il passo. «Introduco elementi di trotto solo nel freestyle», dice. «Nel passo ogni dettaglio salta agli occhi del giudice, mantenere lo stesso ritmo, la stessa regolarità, la stessa messa in mano per tutto il tempo è molto difficile». Il cavallo deve essere molto concentrato mentalmente, deve lavorare in impulso e mantenere serenità. Il che non è sempre scontato. «Royal Delight è una terribile femmina alfa, in box è irriconoscibile e anche in lavoro qualche scherzo me lo ha fatto. In gara, però, dà il meglio di sé». Mariebelle, invece, è calma e dolce. «Un difetto? Le danno molto fastidio le mosche», sorride Sara. «Ferdinand è molto sensibile, nel bene e nel male. Purtroppo questa sua indole lo porta a tendersi durante la competizione». Per quanto riguarda le Paralimpiadi di Tokyo 2021… CONTINUA A LEGGERE