In generale è meglio montare seduti oppure in assetto leggero? Durante il percorso quali sono i momenti e le situazioni che richiedono l’una o l’altra delle posizioni? Giulia Martinengo Marquet risponde ad alcune domande sul salto ostacoli.
Montare seduti o leggeri non è una scelta programmata, ma è la situazione in cui il cavaliere si trova che richiede l’una o l’altra delle posizioni. È l’attenzione costante nei confronti del cavallo che ci consente di fare la scelta giusta, scelta che non è sempre la stessa perché tantissime sono le variabili. Il buon cavaliere è in grado di variare il suo assetto all’occorrenza, mantenendo invariati stabilità, equilibrio e scioltezza in sella; egli sa quindi cambiare la sua posizione rapidamente in base alla situazione e a ciò di cui il suo cavallo ha bisogno in quel momento. Se tendenzialmente si monta in assetto leggero, ci sono momenti in cui è necessario avere maggiori punti di contatto, avvicinandosi quindi alla sella, per rassicurare un cavallo teso, preoccupato oppure semplicemente inesperto. La maggior presenza e il maggior contatto danno al cavallo sicurezza e fiducia, aiutandolo a superare il momento di tensione.
Anche le fasi di maturità di un cavallo inducono il cavaliere a variare la sua posizione; talvolta i cavalli giovani avvertono i punti di contatto come un impedimento, mentre un cavallo un po’ più maturo può avere bisogno di maggiore assistenza e presenza del cavaliere per acquisire fiducia. La posizione la decidiamo in quel preciso momento, non la subiamo passivamente perché non abbiamo il controllo del nostro corpo in sella. Lavoriamo, quindi, ogni giorno, sulla nostra posizione, perché quello che facciamo in gara è il risultato del lavoro meticoloso di tutti i giorni a casa. Per poter essere rapidi, nel capire e nell’agire, e liberi di scegliere, è necessario impegnarsi per progredire ogni giorno.
La ripetizione quotidiana consente di creare le basi solide e le buone abitudini che ritornano poi utili in gara. Nulla è improvvisato. L’improvvisazione genera insicurezza, il buon lavoro a casa porta a fare le giuste scelte in gara. L’equitazione moderna è consapevolezza, coerenza, comprensione, complicità, sensibilità… Ed è semplicità, un concetto che deve però essere ben compreso: la semplicità è la massima esigenza nella totale assenza di forza. La semplicità si raggiunge solo attraverso un lavoro sofisticato, lungo, rigoroso, paziente… L’essere esigenti è innanzitutto verso sé stessi.