Michael Jung fa analisi e riflessioni sul concorso completo di oggi
Abbiamo chiesto a Michael Jung quali sono, in base alla sua straordinaria esperienza, i punti cardine del completo di oggi. Le caratteristiche dei cavalli in funzione dell’impegno a loro richiesto, in quale ottica bisogna affrontare le competizioni e quali sono i parametri a cui fare riferimento per una carriera progressiva e longeva, sia per i cavalli sia per i cavalieri.
Ogni disciplina dell’equitazione ha avuto una propria evoluzione negli ultimi decenni. In particolare, il concorso completo ha subìto un cambiamento epocale nel 2004, anno delle Olimpiadi di Atene, quando la prova di campagna, un tempo suddivisa in quattro fasi – le due marce, lo steeple-chase e il cross-country – è stata ‘ridotta’ alla sola prova di cross-country. Questo ha provocato, almeno inizialmente, non poche ripercussioni all’interno della disciplina. Ecco i pensieri di Michael Jung:
“In linea generale, credo che oggi si possano distinguere due tipologie di cavalli nella nostra disciplina. Ci sono i cavalli per i grossi completi 5* e cavalli adatti, per esempio, al circuito dell’Event Rider Master (ERM), magari anche a un Campionato Europeo, ma direi principalmente alle categorie dell’Event Rider Masters ed ai normali 4* per i quali bisogna avere cavalli in grado di fare innanzitutto un ottimo dressage. Infatti, in queste gare è certamente la prova di dressage che influenza la classifica. È chiaro che i cavalli devono comunque saltare bene nella prova di campagna ma il cross è abbastanza corto e non c’è bisogno che abbiano così tanta resistenza o forza. Per affrontare i 5*, invece, c’è bisogno di forza. I cavalli devono essere molto insanguati, reattivi, e fare di sicuro anche un buon dressage per piazzarsi in prima, seconda, terza, quarta o quinta posizione. Alla fine, però, è il cross che fa la differenza, è la prova più importante. Questo vale per i 5* mentre per i 3* e 4* non serve tutta quella resistenza che è caratteristica dei purosangue. Nel 2004, in occasione delle Olimpiadi di Atene, il regolamento del completo è cambiato dividendo così il mondo della disciplina tra chi è pro e chi contro questo cambiamento. Per quanto mi riguarda, preferisco il completo nella formula attuale, prima di tutto perché è molto meglio per i cavalli. È meno pericoloso ed è anche meglio per il pubblico, per lo sport, per per chi opera nel settore e anche per l’attività delle nostre scuderie; consente, infatti, di poter fare più competizioni. Ho montato per un po’ quando era ancora in vigore la vecchia formula e devo dire che era molto bello montare in steeple-chase, oltre che essere una grande fonte di esperienza. È un peccato che oggi non ci siano più gare con la precedente formula, ce ne vorrebbero una o due all’anno. In ogni caso, ritengo che per le esigenze dello sport di oggi sia molto meglio la formula attuale. Certo, sono stati fatti molti cambiamenti ma alla fine erano necessari”.
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