La voce della verità
Le Olimpiadi di Tokio hanno evidenziato le criticità del nuovo format olimpico nel salto ostacoli, criticità che si sono manifestate non solo agli atleti e ai tecnici ma anche al pubblico che ha potuto seguire le gare in TV. Tante sono state quindi le reazioni al nuovo format da parte di cavalieri e tecnici. Campioni come Rodrigo Pessoa, Nick Skelton, Michel Robert, per citarne alcuni, hanno rilasciato interviste molto severe al riguardo.
Il nuovo format espone ad alto rischio cavalli e cavalieri: la formula di tre binomi per squadra, quindi senza drop score, mette in certi casi i cavalieri nelle condizioni di scegliere tra l’incolumità del proprio cavallo e il risultato della propria nazione. Inoltre, l’aver anteposto le prove individuali alla prova a squadre sottopone i cavalli che partecipano ad entrambe ad affrontare troppi sforzi. Un format, quindi, che sembra non tenere in conto il principio su cui si basa lo sport equestre: il welfare dei cavalli.
Il format a tre binomi ha consentito alla FEI e all’IOC di raggiungere l’obiettivo di aprire i Giochi a un maggior numero di nazioni, a Tokyo sono infatti scese in campo 34 squadre contro le 27 di Rio e Londra, ma il prezzo lo pagano i cavalli che non decidono di regolamenti e format ma sempre e comunque sono loro a decidere sul campo. Tra cambiamenti e regolamenti, interessi economici oltre che sportivi, sono i cavalli la voce della verità.
Si confida quindi in una revisione del format olimpico per raggiungere il giusto equilibrio tra welfare dei cavalli e le esigenze dello sport olimpico. Ciò non toglie che abbiamo assistito a un livello di sport elevatissimo nelle tre discipline di Dressage, Completo e Salto Ostacoli. Sui podi sono saliti binomi di eccellenza, a conferma che welfare, fitness e horsemanship sono l’unica strada per vincere.