Sono passate alcune settimane dalla FEI General Assembly di Antwerp e questo è stato un tempo utile a trarne alcune riflessioni che esprimono le preoccupazioni di una persona che vive da sempre lo sport con passione. Molte sono le domande che vengono da porsi.
Constatazione dei fatti (De facto)
Sembra che il conflitto sul format olimpico non sia tra paesi europei e il resto del mondo, ma tra chi ha partecipato alle Olimpiadi e chi invece no.
Dei 70 Paesi favorevoli al format a 3 meno del 10% ha partecipato alle Olimpiadi o hanno cavalieri che fanno Nations Cup o 5*.
Per molti dei Paesi che hanno votato per i 3 non esistono purtroppo attualmente le premesse per poter partecipare alle Olimpiadi di Parigi fra soli 2 anni.
Sicuramente molte Federazioni hanno considerato le opinioni dello Sport Director dell’IOC – opinioni che esprimono concetti corretti che rispettiamo – e sono stati recepiti anche dalle nostre Istituzioni.
Nella lettera manca però una parola per tutti noi fondamentale: CAVALLO. È il motivo per cui tutti noi degli sport equestri siamo qui, é il nostro partner nello sport e compagno di vita.
Quesiti (De jure)
A questo punto viene naturale chiedersi, ma perché i Paesi che partecipano ai GO debbono sottostare a norme dettate dalle Federazioni che non hanno esperienza Olimpica e che per la maggior parte non si potranno qualificare per Parigi 2024?
La FEI, ente di diritto svizzero (art, 60 e seg cc), più precisamente una associazione e come tale secondo il codice svizzero ogni socio (NF) ha diritto a un voto.
È un sistema di democrazia maggioritaria, chi ha più voti vince, ma nel caso non vengano rispettate le minoranze (sebbene la minoranza nella FEI General Assembly rappresentil’85% circa di chi pratica lo sport equestre) rischia di diventare una democrazia dittatoriale (come dice Aristotele nel suo famoso detto “una testa un voto”).
Infatti ciò che alcuni contestano non è il voto, ma il sistema di voto, che secondo loro dovrebbe essere più simile a quello delle grandi IF, come per esempio Tennis o Sci e altre, che attribuiscono ad ogni federazione un voto ma danno diritto a voti supplementari a quelle NFs che hanno un numero molto elevato di atleti (nel tennis almeno 20.000) in competizioni internazionali e che hanno risultati in campionati del mondo ed Olimpiadi.
Considerazioni (Consideratio)
Come abbiamo visto questi 30 voti in questione, sono distribuiti fra Europa, Nord e Sud America, con una piccola eccezione dell’Africa, e sono i Paesi che hanno una attività sportiva proporzionalmente considerevole.
Sorge il dubbio che se le decisioni venissero deliberate dalla volontà di un blocco di 70, questo forse potrebbe demotivare le 30 National Federations che di fatto rappresentano lo sport equestre e la quasi totalità di cavalli e degli atleti registrati alla FEI e che partecipano ai concorsi.
Purtroppo all’Assemblea Generale era palpabile una strana atmosfera. Una situazione in cui tutti esponevano le loro ragioni, ma si percepiva una difficoltà ad ascoltare o cercare di capire gli altri.
A questo punto si pongono alcune grosse questioni:
> Qualità o quantità? E gli sponsor che ne pensano se rinunciamo alla qualità?
> Priorità al rispetto dei cavalli o alla maggior diffusione sui media?
> Siamo sicuri di voler cambiare le regole perché alcuni Paesi giustificano la loro scelta in quanto è più semplice trovare 3 binomi anziché 4?
> Siamo proprio sicuri di voler diventare come la box, il basket, il tennis dove per i loro atleti e i loro fans le Olimpiadi non sono più il mito e il sogno di ognuno? Possiamo pensare che l’atletica cambi la staffetta 4×100 perchè un paio di federazioni non hanno 4 velocisti?
> E se in futuro un paio di NFs ci dicessero che hanno due soli atleti? Faremmo le squadre di due?
> Cosa sarebbe della Formula 1 se l’esclusione di un pilota, come Leclerc o Sainz, significasse l’eliminazione della Ferrari?
Quo vadis?
È necessario trovare una via comune, una sinergia e trovare insieme le risposte a queste domande e sicuramente un buon Format per le Olimpiadi di Parigi.
Due proposte sono sembrate particolarmente argute e meritevoli di essere prese in considerazione:
1 – L’idea di Maxim Kretov (RUS) (o di un delegato del gruppo III) di lavorare tutti insieme, superare i contrasti e riuscire magari ad aumentare la quota dei partecipanti alle Olimpiadi che consentirebbe di soddisfare le esigenze di tutti.
2 – La proposta di Steve Guerdat di non dequalificare le Olimpiadi ma di aiutare i Paesi che non hanno una tradizione equestre ad elevare il loro livello.
Noi siamo unici. Abbiamo i cavalli.
Rimettiamo il cavallo come soggetto e non come oggetto nel nostro sport.
Articolo di Eleonora Ottaviani