Testo di Pietro Grandis
Penso che a tutti piacciano i film, a me in particolare piacciono quelli che parlano di grandi sportivi, imprenditori e persone di successo. Quante volte noi guardiamo un bel film e ci emozioniamo al lieto fine, quante energie ed emozioni escono dal nostro cuore, che ci fanno dire domani farò questo, farò quello, riuscirò a raggiungere quello… poi il giorno dopo ci svegliamo e abbiamo il confronto con la realtà dove ci si sente dire ‘bè sai caro mio, la vita non è un film’… In parte è vero, in parte, secondo me, in base al proprio impegno la vita può essere un film.
Nel film c’è sempre la persona di successo che parte dal niente e arriva all’eccellenza. Noi tutti scateniamo le nostre emozioni sul lieto fine dove l’imprenditore diventa milionario e il povero sportivo diventa campione e ci dimentichiamo tutti i passi che ciascuno di loro ha fatto per arrivare a quel risultato finale. Ci dimentichiamo i momenti in cui si vede l’atleta disperato con la testa tra le mani che si è infortunato e non sa come andare avanti, o l’imprenditore che prova a lanciare il suo progetto e gli viene detto che non è bravo e che non funzionerà. Portiamo questo processo nella realtà…
Sicuramente una persona non pianifica il fallimento ma fallisce per pianificare un futuro migliore perché la più grande forza, il coraggio di una persona, sta nella capacità di andare avanti ogni volta che si fallisce.
Gli errori sono inevitabili e non si deve cercare di girargli intorno ma bisogna accettarli come una parte integrante della vita, del proseguimento di questo viaggio che conduce al successo finale.
Il coraggio di ogni giorno
Lo scorso settembre quando ho vinto il CCI3* di Langenhagen con Scuderia 1918 Fortune III ho ricevuto 176 meravigliosi messaggi di persone che si congratulavano con me. Dopo tanto tempo che faccio gare, che mi impegno e faccio sacrifici, vi posso assicurare che sì, quel momento, quei dieci minuti di gloria dove c’è la premiazione, dove senti il tuo inno, sono emozioni fantastiche che ripagano tutti i sacrifici e l’impegno messo; il mio ricordo più grande, però, non sta nella vittoria ma nei passi e nei sacrifici che ho fatto, nelle battaglie personali per arrivare a quel momento.
Per esempio due settimane prima in una gara che per me era molto importante, per un episodio sfortunato sono caduto e lì ho perso la possibilità di portare a casa un risultato molto importante per me. Due settimane dopo sono tornato in gara. Pensi che quella caduta non mi abbia influenzato? Che non mi abbia creato un po’ più di paura, un po’ di pressione? Sarò sincero nel dire che lo ha fatto perché non c’è forza e non c’è onore nello scappare dalle proprie emozioni. Il vero coraggio sta nel riconoscerle, affrontarle e farne bagaglio.
La vera vittoria
Il segreto sta proprio lì, nell’ingoiare continuamente bocconi amari e non mollare mai. Quando venni in Germania, ogni volta che una gara andava male dicevo a mia mamma: ‘Come possiamo pensare che un giorno qualcuno mi dia dei cavalli da montare in gara, mi paghi le gare e uno stipendio quando non riesco a fare un risultato decente con il mio cavallo?’.
In quel momento la possibilità non c’era perché non avevo le capacità e non c’erano i risultati ma c’era questa fiducia dentro di me, questo credere nel futuro, questo desiderio, la motivazione di migliorarmi e andare avanti perché dentro di me credevo al sogno di diventare un cavaliere professionista, un sogno che dopo anni e anche un brutto infortunio sono riuscito a realizzare.
Le vittorie sono belle ma la vera vittoria personale sta nell’essere arrivati fin lì, non aver mai mollato, aver sempre fatto quel passo in più in quel momento dove pensavi che tutto fosse finito, perché non è mai finito nel cuore di chi combatte e quindi non bisogna mai mollare perché le cose belle hanno il passo lento.
I grandi miglioramenti, i grandi risultati si raggiungono molto, ma molto lentamente.
A Langenhagen ero primo dopo il Dressage e il Salto, dovevo affrontare il Cross. Con l’altra cavalla la gara precedente ero caduto, per fortuna non ci siamo fatti niente, però è un pensiero che ti passa per la testa…
Così chiamai Manuel (Alghisi, mental coach. ndr) e lui mi disse: ‘Pietro io penso che tu abbia tutti gli strumenti necessari per gestire questa situazione, hai le capacità, sei preparato e hai gli strumenti mentali. Io posso dirti tante belle parole ma alla fine sei tu che devi fare il tuo mestiere, lì devi essere forte e capace di guardarti allo specchio e dirti sì io sono questa persona, ho percorso questo periodo difficile ma devo andare avanti e non soffermarmi sul passato’.
Gli imprevisti e i rischi ci sono sempre ma bisogna avere la fiducia nella propria preparazione, disciplina e dedizione. La fiducia in se stessi si guadagna con l’impegno di ogni giorno. La nostra mente deve essere più forte delle emozioni; impariamo a controllarle quando il voler vincere chiama. Le coppe si vincono a casa, in gara si va a ritirarle.