I cavalli hanno più di 200 ossa, ognuna di esse svolge il proprio lavoro…
Lo scheletro rappresenta solo circa il 10% del peso del cavallo eppure fa un lavoro eccezionale e complicato: forma l’impalcatura dove appoggiano i muscoli e protegge gli organi essenziali come cuore, polmoni, cervello, apparato digerente e urogenitale. Lo scheletro del cavallo comprende più di 200 ossa che vengono raggruppate in 3 categorie principali:
- — Ossa lunghe come quelle che costituiscono gli arti: per esempio le ossa lunghe del femore, dello stinco, la tibia o il radio dell’avambraccio.
- — Ossa corte e piccole che funzionano da ‘distributori delle forze’ come le ossa del garretto oppure le ossa del ginocchio (tarso).
- — Ossa piatte come quelle della testa o del costato o della scapola.
Prendiamo come esempio l’arto posteriore dal ginocchio (grassella) in giù. In questa regione abbiamo ossa di tipo lungo, come la tibia della gamba e il metatarso dello stinco, ma anche ossa corte e tozze come quelle del garretto e ossa altamente specializzate come i sesamoidi. In totale sono 19 strutture ossee integrate tra loro grazie a tendini, legamenti e articolazioni. Esse devono sorreggere almeno il 45% del peso del cavallo e fornire la maggior parte dell’energia necessaria al movimento di propulsione in avanti e di spinta nell’azione come, ad esempio, nel salto. La fluidità di queste azioni è garantita dalla presenza delle articolazioni, giunzioni specifiche, che permettono ad ossa così diverse, nella forma e nell’angolazione, di potersi muovere senza perdere mai la connessione. Infatti, le strutture articolari contengono un liquido che permette ai capi ossei e alla cartilagine di muoversi in modo armonioso.
I problemi dell’accrescimento
Il cavallo è geneticamente programmato per un rapido sviluppo muscolo scheletrico e non a caso può già galoppare a poche ore dalla nascita. Tuttavia durante la crescita può presentare alcune problematiche tipiche dell’età dello sviluppo scheletrico. Queste vengono indentificate con la sigla DOD dall’inglese ‘developemental orthopedic diseases’ e comprendono patologie come:
- — Osteocondrosi e ostecondrite dissecante (OCD): problema molto diffuso che causa alterazioni della cartilagine con eventuali distacchi che portano alla formazione di piccoli frammenti o chip nell’articolazione.
- — Deformità degli arti dovute a deviazione dell’arto rispetto al suo asse normale.
- — Epifisite: infiammazione a carico delle estremità (epifisi) delle ossa lunghe, come lo stinco, che causa un rigonfiamento spesso localizzato subito al di sopra del nodello.
Alimentazione ed esercizio
Le ossa rispondono molto rapidamente ai carichi di lavoro. Per questa ragione gli allenamenti devono essere graduali e proporzionali all’età del cavallo e al suo grado di allenamento. Fattori fondamentali per la salute dell’osso sono anche i terreni su cui lavora il cavallo, la tipologia di esercizio praticata quotidianamente e l’alimentazione. In appena due mesi di allenamento la densità ossea aumenta almeno del 20-30% e questo ci dice che l’alimentazione deve apportare tutti i nutrienti necessari per supportare i cambiamenti che avvengono nel sistema osteoarticolare.
Tra i nutrienti principali per la salute osteoarticolare ci sono i minerali come calcio e fosforo, che sono i costituenti del tessuto osseo. Quello che si vede spesso nelle diete dei cavalli è che questi due elementi non siano forniti in quote e rapporti adeguati.
L’esempio più comune è la dieta basata su fieno polifita di primo taglio e mangimi a base di cereali semplici come avena, orzo o mais o peggio ancora diete basate sul solo uso di sottoprodotti dei cereali come la crusca, molto ricca di fosforo. In questi casi il fosforo risulta in eccesso e questo non permette una corretta mineralizzazione delle ossa.
Esiste dunque la necessità di fornire al nostro cavallo un mangime bilanciato nella sua composizione in minerali, oppure integratori specifici con maggiori quote di calcio al fine di controbilanciare le quote di fosforo fornite nella dieta a base di cereali.
In particolare i cavalli giovani hanno bisogno di apporti di calcio maggiori per facilitare il corretto rimodellamento osseo che avviene naturalmente in seguito all’esercizio. Se, ad esempio, un puledro di 2 anni e mezzo all’inizio dell’addestramento ha bisogno di 36 grammi di calcio e 20 g di fosforo, un cavallo adulto in lavoro moderato ha bisogno solo di 35 g di calcio e 21 g di fosforo.
Anche altri minerali sono fondamentali per la
salute osteoarticolare.
In particolare zinco, manganese, rame devono
essere forniti in proporzioni accuratamente
bilanciate. Al fine di bilanciare il rapporto dei
minerali occorrono anche le giuste dosi di
vitamine importanti per la salute ossea come
la vitamina A e D.
In particolare la vitamina D è importante per le ossa ed essenziale per l’assorbimento del calcio. Il suo fabbisogno è elevato non solo nell’accrescimento ma aumenta anche con il lavoro e durante la lattazione.
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