Emilio Bicocchi, vincitore con Sevillana del Terriccio della 150 di giovedì a Piazza di Siena, è entrato a fare parte del Board dell’IJRC.
Emilio Bicocchi, atleta dell’Aeronautica Militare, è una colonna portante del salto ostacoli azzurro con importanti vittorie in Gran Premi e Coppe delle Nazioni e tre volte vincitore del titolo di Campione Italiano. Emilio ne ha fatta di esperienza sui campi di gara, crescendo con una passione innata grazie ai suoi genitori, entrambi inseriti nel mondo dei cavalli e personalità di spicco nel panorama del salto ostacoli italiano. Oltre a un’ottima carriera internazionale, Bicocchi ha una grande passione per i cavalli giovani, ai quali si dedica sin dall’inizio della loro formazione fino all’affermazione sui campi di gara e alcuni fino al grande sport. I cavalli che Emilio monta nel circuito internazionale sono infatti cresciuti con lui.
Dallo scorso dicembre Emilio Bicocchi è entrato nel Board dell’International Jumping Riders Club, primo cavaliere italiano ad occupare questa posizione: «Ritengo che essere membro del Board dell’IJRC sia un’ottima occasione di crescita oltre che una posizione di prestigio. Sono perfettamente in linea con i principi e i valori che il Club rappresenta e spero di poter dare anch’io il mio contributo», afferma Emilio. Sulla base della sua esperienza su gare di ogni livello, dai nazionali ai CSI e CSIO e nella formazione dei cavalli giovani, ed ora come membro del Board di IJRC, Emilio esprime la sua visione del nostro sport oggi, le sue riflessioni su come allargare la base avvicinando più persone, di tutte le età, ai cavalli mettendo in evidenza i valori etici dello sport. Ecco i suoi pensieri.
Diffondiamo i valori
Parlando del salto ostacoli oggi, gli argomenti da affrontare sono molti, uno dei principali è la tutela del nostro sport in senso assoluto e dei valori in ambito sportivo. Le competizioni e tutto ciò che ruota intorno devono rispecchiare il reale valore dei binomi. Tutto questo si riassume nel concetto della meritocrazia e del buon senso che riguarda tutte le professionalità.
Prioritario è il welfare dei cavalli, di cui tanto si discute ma che forse bisogna rendere più pratico che teorico, in quanto la tutela dei cavalli deve essere sempre al centro dell’attenzione non solo dei cavalieri ma di tutti coloro che fanno parte del comparto equestre. Questo è uno dei principi su cui si fonda il Club: il nostro compito è tutelare ed evolvere lo sport nel massimo rispetto dei cavalli che sono i veri attori.
Il nostro impegno è però anche quello di fare conoscere il mondo del cavallo ‘all’esterno’, diffondere l’equitazione per i valori che essa rappresenta, in primis il rapporto di fiducia che si crea tra cavallo e cavaliere. Dobbiamo impegnarci e comunicare al di fuori del nostro mondo il valore che i cavalli hanno nelle nostre vite e quello che loro rappresentano per noi. Valori che per noi sono ‘normali’ ma chi ne è al di fuori non conosce.
L’impegno è di tutti
Un altro ruolo molto importante del Club è gestire i rapporti tra i cavalieri e le istituzioni, in primis con la FEI alla quale tutte le Federazioni fanno capo. In questi anni sono stati fatti molti passi avanti al riguardo ma resta comunque delicato e complesso trovare sempre un punto comune tra una istituzione fondamentalmente politica, che deve fare funzionare la grande macchina degli sport equestri, e i cavalieri che hanno il senso pratico delle cose perché sono calati nella realtà ogni giorno. È necessario quindi portare avanti il nostro punto di vista di cavalieri affrontando tutte le problematiche che caratterizzano il nostro sport e cercare di farle condividere a chi sta alla guida, un compito comunque non semplice. Tutti, istituzioni, atleti, trainer, officials e tutti coloro che operano nel comparto devono sempre ragionare con il focus su un denominatore comune: il cavallo, l’attore principale delle vite di tutti noi. Il cavallo deve essere il punto da cui partire, quello che deve mettere sempre tutti d’accordo qualsiasi siano le posizioni delle parti.
Dobbiamo impegnarci a gestire al meglio il nostro mondo nell’interesse di tutti, per fare evolvere il nostro sport secondo i valori etici che deve avere insiti in sé.
La via da percorrere
È inutile dire che ciò che dà vita al nostro sport, la motivazione per diventare un cavaliere, è l’amore per i cavalli. Senza amore per i cavalli e una solida passione non avrebbe senso fare questo sport: con la vita che facciamo molleremmo tutti molto prima. Perciò sull’amore per i cavalli non serve fare propaganda perché lo devi avere dentro. Si tratta di incanalare questa passione nel miglior modo possibile, creando basi solide nell’istruzione e nella formazione dei cavalli giovani. L’equitazione, come ogni cosa, è in una continua progressione a qualsiasi livello, dal grande sport al medio livello, a livello nazionale e amatoriale. L’evoluzione è un processo naturale che fa parte di ogni cosa della vita, fa parte del progresso e bisogna sapersi adattare se si vuole stare al passo con i tempi. Bisogna però interpretare e adattarsi ai cambiamenti con buon senso e con consapevolezza delle proprie capacità al fine di migliorarci per essere all’altezza. Questo vale per tutti. Migliori diventiamo e sempre più bello sarà montare a cavallo e praticare l’equitazione.
Sella Italiano… e oltre
Facciamo ora il punto su Emilio Bicocchi: la carriera, gli obiettivi. Chi è Emilio Bicocchi oggi e chi vuole essere in futuro? Kapitol D’Argonne, Ares, Evita SG Z, Flinton, Call Me, giusto per citare alcuni dei suoi cavalli più importanti. Emilio forma i cavalli sin di loro esordi e ha sempre preso molto a cuore i cavalli nati e allevati in Italia. Tantissimi i soggetti che Emilio ha portato ai più alti livelli, tra cui Rondine del Terriccio, Naiade del Terriccio, Orso del Terriccio, Saetta del Terriccio giusto per citarne alcuni.
«Sono riuscito negli anni ad avere una buona organizzazione nella mia scuderia (a Grosseto, in Toscana), ho delle persone che mi aiutano per consentirmi di rimanere negli anni ad alto livello – racconta – Ora sono in una fase un po’ di ricostruzione. Nel tempo i cavalli che montavo sono stati ceduti ad altri cavalieri ma mi manca poco per rientrare perché ho dei buonissimi cavalli in scuderia e credo fra sei mesi di poter essere di nuovo nel grande sport. Tra questi ho Sevillana del Terriccio, un’ottima 10 anni. Normalmente a 10 anni i cavalli dovrebbero essere già formati per l’alto livello, ma abbiamo avuto due stagioni un po’ travagliate a causa della pandemia e di conseguenza un po’ di ritardo si è accumulato, ma questo vale per me come per tutti gli altri cavalieri. Inoltre, ho un otto anni molto, molto buono, Delirio delle Sementarecce, che penso sia veramente un cavallo che entro un paio d’anni, forse meno, potrà saltare qualsiasi campionato e qualsiasi Gran Premio. Da poco mi è stata affidata Divina, una otto anni che l’anno scorso con Antonio Campanelli a Lanaken è arrivata quarta in finale dei 7 anni.
Posso dire di avere una buona scuderia, non ancora prontissima al 100% x 100%, ma sono molto fiducioso e motivato.
Come ho già detto gli attori principali sono i cavalli e noi dobbiamo cercare di fare il massimo per metterli nelle migliori condizioni e tutelarli sempre. Servono tempo e dedizione, buon senso e lungimiranza. Sono loro che ci guidano nelle nostre scelte e nella nostra carriera».