Stefano Cesaretto, tecnico della SGH Stables e Sport Manager di Scuderia 1918, racconta se stesso come uomo di cavalli, formatore e manager
Stefano Cesaretto è un’eccellenza nel panorama delle professionalità del salto ostacoli. Per descrivere la sua figura bisogna partire da quando montava in concorsi nazionali e internazionali. A capo della SGH Stables insieme alla moglie e amazzone internazionale Giulia Martinengo Marquet, Stefano mette a disposizione del suo team la sua esperienza di cavaliere internazionale e di trainer di cavalieri e giovani cavalli. Noto al mondo del salto ostacoli come ‘talent scout’ ha il fiuto, la sensibilità e ovviamente le capacità per riconoscere le qualità nei giovani cavalli in prospettiva futura. «Ho fatto lo sport a un buon livello, partecipando a concorsi importanti (n.d.r. WEG Stoccolma 1990 con Louis XIV/European Championships Rotterdam 1989 con Louis XIV) – racconta Stefano – I miei maestri sono stati Graziano Mancinelli e Guido Dominici ed è stato con il bagaglio dei loro insegnamenti che mi sono dedicato poi all’istruzione. Loro mi hanno trasmesso quello che oggi credo di potere e sapere fare. Mancinelli mi ha insegnato a riconoscere un buon cavallo, a scegliere un cavallo giovane; sapeva sempre trovare il cavallo giusto per ogni cavaliere. Dominici mi ha insegnato la tecnica, la disciplina, la precisione; le basi del lavoro per formare un binomio».
L’incontro con Giulia Martinengo Marquet ha dato una svolta alla vita di Stefano e cambiato le sue prospettive: «Quando ha avuto inizio la relazione con Giulia ho rallentato fino a interrompere la parte sportiva della mia carriera a favore dell’istruzione, del training e scouting di cavalli giovani. Poi, per potermi concentrare definitivamente su Giulia, ho ridotto fino a terminare il lavoro con gli allievi anche se sono sempre a disposizione di chi ha bisogno di aiuto o di un consiglio. Chi lo desidera può venire nella nostra scuderia, la SGH Stables (Burago, Brescia), dove abbiamo un parco ostacoli molto completo per poter fare percorsi di esercizio ed essere seguito da me in campo».
Lo sport in prospettiva
«Con Giulia sin dall’inizio abbiamo impostato il nostro lavoro investendo sull’acquisto e la formazione di cavalli giovani, anche perché con il passare degli anni è diventato impossibile acquistare cavalli già maturi. Oggi abbiamo una buona organizzazione con Mauro Matteucci che monta i cavalli giovani ma salta anche le gare ranking dimostrando di essere un cavaliere di livello a tutti gli effetti. Giulia può montare qualsiasi cavallo, dal quattro anni al cavallo espertissimo, la passione fa sì che con qualunque cavallo lei ci metta tutto l’impegno per farlo esprimere al meglio. Per tenere il livello alto qualche volta abbiamo dovuto azzerare e ricominciare, commercializzando alcuni cavalli a discapito dello sport per l’economia della scuderia, ma grazie all’organizzazione che abbiamo siamo riusciti a non restare mai fermi. Il nostro lavoro è comunque per noi molto gratificante perché vedere crescere i cavalli, arrivare a fare un certo tipo di sport e vederli andare in scuderie importanti come è stato per Chiara, che con Ludger Beerbaum ha avuto una carriera ai massimi livelli, è per noi una grande soddisfazione ed è uno stimolo ad andare avanti.
Ora grazie alla creazione del Team Scuderia 1918 abbiamo la possibilità di avere più cavalli di diversi livelli per mantenere stabilità e crescita per puntare più in alto.
Questa è la nostra storia e la nostra vita quotidiana. Il mio ruolo è quello di organizzare la scuderia, di pensare alla programmazione delle gare, aiutare Giulia nei rapporti con gli sponsor tecnici e nei contatti in generale, perché ritengo che lei si debba concentrare sul lavoro con i cavalli. Nella gestione sono aiutato da Daniela Bruni per la parte burocratica e Karin Fischer per la comunicazione, mentre dei cavalli si occupano Cristian e Fraga insieme ad altri bravi groom. Però non basta essere ben organizzati a casa, perché lo sport è in continua evoluzione, bisogna tenersi sempre aggiornati, ogni giorno bisogna pensare a cosa sta cambiando e cosa si deve fare per rimanere al livello ed è anche questo il mio compito. Mi occupo della gestione dei cavalli sotto il profilo veterinario e di management generale. Io e Giulia ci confrontiamo costantemente per dare la massima attenzione alla buona forma psico-fisica dei cavalli».
Cosa guida nella scelta di un cavallo?
Stefano Cesaretto ha un gran fiuto nella scelta dei cavalli. Quali sono i suoi parametri? «Oggi i cavalli devono essere prima di tutti intelligenti – spiega Stefano – Quando proviamo un cavallo è importante capire quanto sappia gestire il proprio corpo grazie a una consapevolezza delle sue possibilità, dei suoi pregi e dei difetti. Grazie alla sua intelligenza il cavallo riesce a convivere con i suoi difetti e addirittura nel tempo riesce a trasformarli in pregi, al punto da diventare poi un top cavallo. Mi piace il cavallo che sa gestire e anche inventare ogni volta un salto diverso. Nel senso che il cavallo non deve avere uno schema fisso e sentirsi perso se esce dal suo schema, deve essere in grado di valutare e risolvere ogni situazione. I percorsi oggi sono talmente tecnici, delicati, veloci, colorati, le linee costruite sempre un po’ all’esasperazione, perché il livello dei cavalli e dello sport è altissimo. I cavalli devono essere un po’ geniali per distinguersi; i mezzi arrivano dalla loro testa ancor prima che dal fisico, perciò valuto come ragionano e se sono disposti a cambiare e migliorare. Quando iniziamo la prova non voglio vedere un cavallo che ‘fa lo show’ ma un cavallo che inizia normale e che man mano si adatta e inizia a saltare in maniera migliore; cerco di non metterlo mai in difficoltà, anzi creo una chiave di lettura che gli consenta di usare meglio il proprio corpo. È la sua risposta la chiave che mi trasmette un’emozione diversa. Tante volte sono le sensazioni a guidarmi, vado, come dire, un po’ ‘di pancia’. Mi piace andare in scuderia e guardare le facce, le espressioni dei cavalli, il loro modo di essere, ciò che esprimono.
È la prima sensazione. Vale per tutti gli sport, ci sono atleti meno dotati che arrivano a fare imprese sportive incredibili proprio grazie a quel qualcosa in più che hanno nella testa».
È la passione
«È passione – continua Stefano – Senza passione questo sport non lo fai. In più ho avuto la fortuna di incontrare Giulia che ha la stessa mia passione. Condividiamo ogni momento. La sera al rientro dai concorsi siamo felici se tutto è andato bene ma se invece è andata male l’essere insieme ci aiuta a superare più facilmente i momenti difficili. La passione è forte e quando vado a provare un cavallo, la sera prima sono quasi agitato e continuo a pensare ai cavalli che incontrerò il giorno dopo. Oggi è difficile trovare i cavalli perché la richiesta è molto aumentata e quindi bisogna avere la voglia e la fantasia di scoprire dei talenti. I cavalli hanno raggiunto certi prezzi perché quando sono sotto agli occhi di tutti, tutti li vogliono e questo fa salire i prezzi. Bisogna quindi scoprire i cavalli prima, capire come sono, intuire. I cavalli ci sorprendono se siamo attenti a cogliere i segnali».
Scelte di vita
«Il mio sogno è sempre stato quello di vedere Giulia al top livello del grande sport – sottolinea Stefano – Non perché è mia moglie ma perché ritengo che abbia una sensibilità particolare, ha saputo formare tantissimi cavalli facendoli esprimere al meglio, a volte anche più di quello che potevano.
La vita che faccio con la mia famiglia e con i cavalli è tutto ciò che desidero. Anche nei momenti bui la voglia di ricominciare è sempre fortissima. La sera, spesso, soprattutto adesso che le giornate si sono allungate, scendo a fare quattro passi e guardo la scuderia, i cavalli e mi chiedo ‘cosa si può volere di più?’. Alla fine quando hai una famiglia che condivide la tua passione e ti permette di fare una vita così, meglio non si può desiderare». •
SPORT E PASSIONE
STEFANO CESARETTO È LO SPORT MANAGER DEL TEAM SCUDERIA 1918:
«Il rapporto tra Scuderia 1918 e la SGH Stables è iniziato più di tre anni fa quando Emanuele Anchisi, fondatore e Team Manager di Scuderia 1918, ha affidato alcuni cavalli a Giulia. Quello che inizialmente era nato come rapporto proprietario e cavaliere, con l’andare del tempo si è trasformato in un vero e proprio progetto. Dopo due anni di collaborazione, infatti, la condivisione della passione e degli obiettivi sportivi ha portato alla nascita di un vero e proprio team. Un team molto proiettato sul formare una squadra italiana con Giulia Martinengo Marquet, Alberto Zorzi, Lorenzo De Luca e Piergiorgio Bucci e allargato anche all’estero con Kevin Staut e ancor prima con Daniel Deusser. Ad oggi diciamo che questa è la formazione ma il team si può sempre allargare. Passione e Sport sono i principi su cui si fonda il Team Scuderia 1918, condivisi sin dall’inizio e che nel tempo hanno ulteriormente rafforzato il legame e implementato attività e obiettivi. Nel mio ruolo di Sport Manager del team mi occupo della parte tecnica e sportiva; mi relaziono con i cavalieri per l’attività sportiva e mi dedico alla ricerca dei cavalli.
Sono un po’ il punto di riferimento della parte tecnica, sono il filtro e il coordinatore delle attività nell’obiettivo della crescita del Team».