In viaggio verso il futuro – Come eravamo, chi siamo, chi saremo con Michel Robert
L’evoluzione, il cambiamento e il movimento sono ciò che dobbiamo accettare nel nostro progredire. Il mondo cambia. L’umanità soffre per cause differenti. Ognuno è responsabile della propria vita e del rispetto che deve avere per sé stesso, per l’ambiente che lo circonda e ovviamente per i cavalli.
Il passato: come eravamo
Dopo averci accompagnato in guerra, nell’agricoltura, nei trasporti e nei lavori che svolgevano accanto all’uomo, i cavalli, per poter sopravvivere e mantenere il loro posto sulla terra e nelle nostre vite, si sono adattati e hanno accettato di essere montati e di fare lo sport a modo loro nelle differenti discipline equestri.
Le condizioni di vita dei cavalli in generale, l’alimentazione, i trasporti, i luoghi e i terreni di gara erano molto diversi da oggi, molto più arretrati e lontani anni luce rispetto ai nostri giorni. Tutto era più faticoso, più difficile; giorni e giorni sui camion, in treno o in nave. Vivevano legati dentro alle scuderie, l’alimentazione non era sempre la più adatta a loro, così come tutto il resto. Ma ancor peggio era che venivano considerati degli strumenti senza intelligenza. Ricordo che feci le Olimpiadi di Monaco di Completo nel 1972 con il terreno del cross durissimo e pieno di pietre con un caldo torrido. Quella esperienza mi aveva segnato e mi aveva fatto decidere di dedicarmi al salto ostacoli.
Col passare degli anni è aumentata la consapevolezza dell’importanza del binomio e il ruolo del cavallo nello sport, si è sviluppata la scienza dell’etologia; tutto il comparto ha iniziato a evolversi, a crescere con aspetti positivi ma anche negativi. Di sicuro la vita dei cavalieri era molto diversa da quella di oggi. Erano altri ritmi, c’erano altre priorità. Ricordiamo i binomi famosi, le grandi star dei concorsi, la relazione cavaliere cavallo che avevano: erano come fusi insieme.
Chi siamo oggi
Il nostro sport ha assunto oggi una dimensione completamente diversa. Migliaia di cavalieri, migliaia di concorsi fanno sì che quell’aspetto un po’ famigliare, l’ambiente gioviale dei concorsi e la vera passione per il cavallo non siano più la priorità.
Tornare indietro però non è mai possibile; appare evidente oggi che, per la maggioranza, il divertimento, la gioia e il valore dello sport non esistono più. L’influenza che il web e social media hanno su ogni cosa sono un forte avvertimento e ci fanno paura per il futuro. Le persone che non vanno a fondo delle cose e non conoscono la verità rischiano di fraintendere e degradare l’immagine che, invece, può esprimere la gioia di un cavallo e un cavaliere dopo un magnifico percorso insieme. È necessario il giusto equilibrio tra l’esagerazione di quelli che cercano solo di guadagnare soldi o una vittoria a discapito della propria salute mentale e fisica e quella dei propri cavalli, e l’arrivare a fermare le competizioni per il benessere animale. Questo equilibrio è possibile da raggiungere. Il buon senso ci dice che abbiamo bisogno di mettere l’intelligenza al servizio della Natura del cavallo.
È difficile dire come sarà il futuro
Io ritengo che oggi sia una priorità che il mondo equestre prenda coscienza di questa situazione. Questo riguarda tutto il pianeta. La stupidità umana nei confronti del denaro e la mancanza di rispetto in senso assoluto sono senza limiti. Ma ci sono delle speranze, delle possibilità sapendo che lo stato d’animo, l’atteggiamento mentale con cui facciamo le cose influenza la nostra qualità di vita. L’effetto boomerang si muove in due direzioni. Comportarsi bene, fare del bene, rispettare noi stessi, gli altri, i cavalli, ci restituisce amore, gioia e felicità. Si può ben riconoscere la differenza di qualità di vita di coloro che invece non rispettano queste priorità. Per quanto riguarda i cavalli, se hanno accettato di essere montati, di trasformarsi in atleti sportivi e agonisti c’è una ragione per cui lo fanno. Io ho dei cavalli che vogliono entrare in campo e che sono felici quando sono in premiazione.
In linea generale, con lo sguardo rivolto al pianeta, attualmente se fermiamo gli allevamenti industriali intensivi di bovini, suini e di volatili, riduciamo il consumo di carne e pesce, cosa che ciascuno di noi può fare, il pianeta almeno in un primo tempo sarà salvo.
I politici o i dirigenti delle Federazioni hanno solo un piccolo potere efficace d’azione. Colpevolizzare sempre gli altri per scaricarci la coscienza non serve a nulla.
Ognuno di noi deve dare il suo contributo.
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