di Susanna Cottica
Il campione olimpico britannico Scott Brash è costantemente al top della ranking mondiale del salto ostacoli da ormai molti anni; rappresenta la sua nazione nei Campionati e nelle Coppe delle Nazioni, vincitore dei più prestigiosi Gran Premi del mondo.
Scott è al più alto livello del salto ostacoli mondiale ma non perde mai di vista il punto da cui è partito: il suo amore per i cavalli.
Cavaliere con curriculum impressionante, il nome di Scott Brash è entrato nella storia del salto ostacoli come primo, e finora unico, cavaliere a vincere il Rolex Grand Slam of Show Jumping, vittoria conquistata con il suo straordinario Hello Sanctos nel 2015, dopo le vittorie consecutive dei Gran Premi di Ginevra, Aachen, Spruce Meadows.
Oro olimpico a squadre con Hello Sanctos a Londra 2012, Scott ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo nel 2022 con Hello Jefferson. Nel 2010 ha preso parte ai WEG di Lexington con Hello Intertoy Z; con Hello Sanctos ha preso parte ai WEG di Caen 2014 e con Hello Jefferson ai Mondiali di Herning 2022 vincendo il bronzo a squadre.
Sotto la sella di Hello Sanctos ha anche vinto l’oro a squadre e il bronzo individuale ai Campionati Europei di Herning 2013; bronzo a squadre con Hello M’Lady agli Europei di Rotterdam nel 2019.
Scott, sei l’unico sinora ad avere vinto il Rolex Grand Slam. Come ti ha fatto sentire questa vittoria, ha in qualche modo cambiato la tua vita di cavaliere?
Probabilmente ha cambiato la percezione che la gente ha di me e di Sanctos.
Forse il pubblico ora ci riconosce, spero che almeno abbia notato quanto speciale sia Sanctos, ancora di più da quando ha vinto il Grand Slam. Per me è stato il momento più importante della mia carriera, quel giorno rimarrà con me per il resto della mia vita e lo ricorderò per sempre come uno dei momenti migliori della mia carriera sportiva.
All’inizio ero un po’ timido, forse perchè vengo dalla Scozia, nei primi tempi mi sentivo sempre come uno sconosciuto in questo sport.
Quando mi spostavo nel sud dell’Inghilterra per partecipare alle gare più importanti, mi sentivo sempre come l’ultimo arrivato. Mi sono sempre sentito di dover dimostrare le mie capacità. Quando inizi a partecipare e ad avere successo nelle gare più importanti, la gente comincia a rispettarti e a coinvolgerti, ma nei primi anni ho sempre sentito di dover dimostrare il mio valore.
Ora sei uno dei migliori cavalieri al mondo, non solo per le tue capacità tecniche, ma anche come uomo di cavalli che sa creare un ottimo rapporto con ognuno di loro. Qual è l’equilibrio tra l’essere un cavaliere e un uomo di cavalli?
Credo che servano entrambi, si deve cercare di avere il miglior rapporto possibile con i cavalli, una forte connessione. Credo fermamente che in questo sport si possa avere successo quando si riesce a creare una partnership con il proprio cavallo; solo così si può vincere. Essere un fantastico uomo di cavalli non significa necessariamente essere un buon cavaliere. È necessario ‘sentire’ il proprio cavallo; io monto molto usando il mio ‘senso’. Reagisco in base a quello che il mio cavallo mi trasmette, questo per me è fondamentale. Si può imparare a montare da manuale una linea di salti, ma è necessario saper reagire in base a quello che succede al momento, ascoltando il proprio istinto. Perciò credo sia indispensabile essere sia un buon cavaliere sia un buon uomo di cavalli per vincere in questo sport.
Si può dire che i cavalli siano i tuoi maestri?
Si, sicuramente. I cavalli sono i nostri maestri; la gente pensa che i cavalli non parlano ma invece loro comunicano con noi, siamo noi che dobbiamo ascoltare e interpretare ciò che cercano di dirci. Ci parlano attraverso le loro azioni. Siamo noi che dobbiamo fare attenzione ed ascoltare per capire ciò che gli piace o meno.
Nel nostro sport dobbiamo fare attenzione ai minimi dettagli; tutto può cambiare molto velocemente, ci sono sempre alti e bassi. Come riesci a mantenere saldo il tuo obiettivo?
È difficile. Come in tutti gli sport ad alto livello tutto sembra molto semplice visto dal di fuori. Il golf, per esempio, sembra facile ma ci sono tante variabili da considerare. È lo stesso con il nostro sport; sembra facile ma ci sono così tanti dettagli che dobbiamo prendere in considerazione che a volte il nostro progetto iniziale può cambiare da un momento all’altro. È fondamentale tenere presente la base della nostra disciplina e non dimenticarci mai di ascoltare il nostro cavallo. È molto facile lasciarsi distrarre da ciò che succede fuori dal campo gara, ma alla fine quello che conta è concentrarsi su ciò che noi e il nostro cavallo siamo in grado di fare e mantenere l’obiettivo. È importante restare fedeli a noi stessi e alle nostre potenzialità, nostre e del nostro cavallo, e lasciare tutto il resto fuori dal campo gara. Non bisogna ascoltare tutti quelli che fuori cercano di darti consigli, bisogna restare concentrati e cercare di rimanere fedeli al piano che abbiamo fatto, attenersi a ciò che abbiamo deciso di fare per il nostro cavallo.
Tutto ciò che ci hai descritto esprime i concetti di rispetto e autocontrollo; rispetto per i cavalli, per il loro benessere e la loro gestione. Come è la routine quotidiana dei tuoi cavalli?
La loro routine cambia di settimana in settimana. Per esempio, quando rientreranno da Aachen avranno qualche giorno di riposo. Andranno al prato, faranno delle passeggiate e presteremo attenzione al loro benessere sia fisico che psicologico. Come noi, quando sono in gara, sono stressati, ansiosi o sovraeccitati; tutte queste emozioni devono essere tenute in considerazione. Bisogna stare molto attenti al loro morale. Quando si lavora sodo tutti i giorni per ottenere dai nostri cavalli i migliori risultati bisogna tenere presente che anche loro hanno bisogno di rilassarsi e liberarsi la mente. La routine dei miei cavalli cambia continuamente ma in generale mi assicuro che stiano fuori dal box il più possibile, di questo mi raccomando ogni giorno con il mio team. Il consiglio che mi sento di poter dare a tutti è di non lasciare il proprio cavallo in box tutto il giorno. Qualsiasi sia il livello delle competizioni, comprese le 160, non si può assolutamente pensare che i cavalli stiano in box tutto il giorno. Devono uscire più volte al giorno per mantenere il corpo e la mente rilassati. Subito dopo la colazione, I miei cavalli vengono passeggiati a mano; li monto tutti al mattino entro la una, ciò significa che entro l’ora di pranzo sono già usciti due volte. Dopo pranzo vanno al prato; è fondamentale che i cavalli continuino a muoversi. Loro stessi vogliono uscire, non gli piace stare chiusi in box. I miei cavalli vengono trattati meglio delle persone e consiglio a chiunque di fare la stessa cosa.
La maggior parte dei tuoi cavalli ha una carriera molto lunga e li ritiri quando sono ancora fisicamente sani.
Si, questo per me è molto importante. Io sono molto tranquillo quando monto, divento nervoso magari in una stanza piena di gente ma mai a cavallo. Ciò che mi preoccupa di più sono gli ultimi anni di vita di Sanctos. Questo è molto più snervante per me perché voglio sempre assicurarmi che tutti i miei cavalli possano arrivare al termine della loro attività agonistica il più avanti possibile negli anni, felici e sani; non voglio doverli ritirare a causa di un infortunio. È molto importante per me che terminino la loro carriera nella miglior forma possibile.
Oggi un cavaliere deve essere anche manager di sé stesso. Quanto è importante il rapporto con i proprietari, gli sponsor e tutto il tuo team?
Questa è un’ottima domanda. Penso sempre che per me montare a cavallo è la parte più semplice, il resto a volte è più complicato, compresa la gestione di ogni singolo cavallo nel migliore dei modi. Bisogna anche includere la gestione dello staff, dei proprietari, ecc.
I proprietari devono essere costantemente tenuti al corrente di quello che succede, che sia buono, cattivo e a volte bruttissimo. Non bisogna poi dimenticare gli sponsor e tutto il team che ci supporta; dobbiamo occuparci di loro nel miglior modo possibile. I cavalli, tra l’altro, viaggiano in tutto il mondo, la gestione è molto complicata ed è importante portare rispetto per tutto il team che li segue. A volte si esce dal campo gara delusi e arrabbiati; non bisogna mai prendersela con i cavalli, i proprietari o il team. È uno sport difficile ma bisogna cercare di rimanere psicologicamente stabili, non buttarsi giù dopo un insuccesso e non montarsi la testa dopo una vittoria. Bisogna rispettare tutti i coloro che fanno parte del team e che lavorano sodo dietro alle quinte. Ci saranno sempre momenti difficili ma dobbiamo imparare proprio da questi, migliorare e riprovare il giorno dopo. Tutti noi cavalieri abbiamo bisogno di aiuto quindi se vogliamo rimanere al top dobbiamo ricordarci di rispettare il team che ci segue e sostiene.
Quale consiglio daresti a un giovane cavaliere che vorrebbe diventare Scott Brash?
Credo che un giovane cavaliere debba ambire prima di tutto a raggiungere una partnership con il suo cavallo, cercando di comprenderlo e di lavorare con lui, non contro di lui. Questo non vuol dire che se il tuo cavallo vuole andare a sinistra e tu devi andare a destra tu lo debba lasciare andare a sinistra; devi sempre farlo andare a destra, ma chiederglielo con gentilezza e sempre in sintonia. Bisogna ricordarsi che tutto è possibile lavorando sodo, con tanto tempo e pazienza. Se non ci si lascia abbattere dagli insuccessi e non ci si monta la testa con successi, tutto sarà possibile. Questo è il mio piccolo consiglio per un giovane cavaliere.
Ami la tua vita e il tuo lavoro?
Si, certamente. Qualche volta è molto stancante; viaggiamo in tutto il mondo senza sosta. Inoltre, a differenza di altri sport in cui gli atleti a un certo punto possono fermarsi, lavorare con i cavalli è un impegno per 24 ore al giorno, sette giorni su sette. I cavalli a volte possono avere problemi anche di notte quindi hanno bisogno di presenza costante e può essere molto faticoso prendersene cura al meglio possibile. Anche viaggiare per le gare in tutto il mondo può essere faticoso ma io amo il mio lavoro e il rapporto che ho con i miei cavalli. Nulla può valere di più dell’emozione che provo quando vinco una gara.
Tu ami la Scozia, la tua terra natale…
Certo, amo la mia terra. Dal punto di vista logistico a volte è difficile; ho acquistato una scuderia a sud dell’Inghilterra, vicino a Londra, per facilitare le trasferte nel continente dove si svolgono la maggior parte delle gare più importanti. Stava cominciando a diventare quasi impossibile partecipare al circuito internazionale partendo dalla mia scuderia in Scozia, erano troppe ore di viaggio per i cavalli e per il mio team. Però in Scozia ho sempre la casa di famiglia; tutti I miei puledri e i cavalli giovani sono là e quando I miei cavalli più anziani hanno bisogno di una vacanza dalle competizioni li mando tutti in Scozia dove hanno la possibilità di fare rilassanti passeggiate sulle bellissime colline della campagna del nord dell’Inghilterra, uno scenario bellissimo per loro.
About Scott Brash
Nato a Peebles in Scozia, nel 1985, Scott ha passato la sua infanzia montando pony e facendo gare tutti i weekend. Il suo istruttore era Paul Parker; entrò poi a far parte della Brendon Stud nel West Sussex prima di essere notato da Lord e Lady Kirkham, che da allora sono diventati i suoi proprietari e tutt’oggi lo supportano.
Scott ha la sua scuderia nel West Sussex, vicino a Londra. Tra i suoi cavalli più importanti ricordiamo Hello Jefferson, Hello Vincent, Hello Shelby, Hello Senator, Hello Forever, Hello Vittoria e Hello Mr. President.
Hello Sanctos, Ursula XII e Hello M’Lady sono considerati i migliori cavalli di Scott.
Sanctos e Ursula si stanno felicemente godendo la pensione a casa di Scott.
Scott ha è stato numero 1 del ranking mondiale nel novembre 2013 e ha mantenuto il titolo per tutto il 2014.
È entrato a far parte della Equestrian Hall of Fame della British of Horse Society nel 2015.
Scott ha anche fondato una piattaforma online per insegnare il suo metodo: ‘Scott Brash Equestrian Training’.
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