Articolo della Dott.ssa Emanuela Valle, Dipartimento Scienze Veterinarie – Università di Torino
Lo sforzo atletico dei cavalli è differente in funzione della disciplina. Tutti i cavalli devono raggiungere la forma perfetta ovvero devono essere ‘fit to compete’. Non è facile valutare lo sforzo atletico del cavallo, ma ci sono alcuni fattori che possono essere misurati al fine di comprenderne l’intensità.
1- LA FREQUENZA CARDIACA
La misurazione del battito cardiaco durante l’esercizio consente di valutare lo sforzo che sta compiendo il cavallo. Oggi esistono cardiofrequenzimetri semplici da utilizzare che si adattano facilmente alla nostra attrezzatura. Un orologio da polso poi ci dice esattamente in tempo reale il battito del cavallo. Se a riposo la frequenza cardiaca è influenzata da diversi fattori, tra cui anche le emozioni e lo stress, durante l’esercizio esiste una relazione tra battiti e velocità e di conseguenza lo sforzo.
Al di sopra di una certa velocità, quindi superato un certo impegno fisico, la frequenza cardiaca non è più influenzata da altri fattori, ma esiste una relazione diretta con la velocità e lo sforzo.
Per esempio un galoppo a 340-400 metri al minuto la frequenza cardiaca si aggira intorno ai 140-150 battiti al minuto, con velocità superiori ai 450 metri al minuto allora la frequenza sale oltre i 160 battiti al minuto.
Durante un cross-country la frequenza cardiaca oscilla tra i 160 e 200 battiti al minuto o più, indipendentemente dal livello della gara. Lo sforzo, infatti, è influenzato dalle condizioni di gara più che dal livello di difficoltà. In pochi minuti l’organismo è sottoposto a uno sforzo molto intenso con notevole produzione anche di metaboliti come il lattato, ma anche a stress ossidativo.
3 minuti dopo la fine del cross-country, un cavallo sano ha valori intorno al 53% della sua frequenza cardiaca massima. Se questa ad esempio è 240 bpm dopo tre minuti è già scesa a circa 120 bpm anche se durante il percorso ha galoppato a velocità sostenute con valori medi di frequenza cardiaca di 190 battiti.
2- LATTATO
Il lattato è un composto tossico per le cellule, il cui accumulo provoca la fatica muscolare. Misurare la concentrazione di lattato nel sangue, con uno strumento chiamato lattacidometro, consente di capire l’intensità dell’esercizio. Quando viene misurato un valore maggiore di 4 millimoli litro vuol dire che lo sforzo è di tipo anaerobico ovvero in assenza di ossigeno. In questa situazione i muscoli producono energia con un meccanismo molto impegnativo, che causa la produzione di notevoli quantità di acido lattico che alla insorgenza della fatica.
Produzione e lo smaltimento dell’acido lattico dipendono da:
● Grado di allenamento: un cavallo allenato ha capacità migliori di utilizzare e metabolizzare l’acido lattico.
● Esercizio: è l’intensità dell’esercizio che determina la produzione di lattato. Grazie all’allenamento miglioriamo la soglia anaerobica e quindi la resistenza e la performance
● Defaticamento: trottare e dissudare il cavallo alla fine del lavoro permette di effettuare un recupero attivo che smaltisce l’acido lattico appena prodotto.
GLI AIUTI SOTTO SFORZO
Per sostenere un buon allenamento il cavallo ha bisogno di energia fornita con una alimentazione adeguata. Per fornire energia la dieta di base deve essere composta da fonti energetiche mirate costituite da:
● Fibra: è la fonte energetica principale e deve rappresentare almeno il 50-60 % dell’energia del cavallo. Un buon fieno di qualità ci aiuta nell’impostare la dieta a cui possiamo aggiungere le super fibre. Queste sono contenute in alimenti come polpe e buccette; sono chiamate così in quanto, seppur alimenti fibrosi, contengono più energia rispetto al fieno
● Amido: è la fonte energetica classica contenuta nei cereali. Non abusiamo dei cereali perché la capacità digestiva è scarsa. Meglio non superare la dose di 2 g di amido per pasto, ovvero due kg di mix di cereali per un cavallo di 500 kg. Tuttavia per i cavalli molto sensibili è meglio rimanere al di sotto dei 2 grammi di amido al giorno.
● Grassi: hanno moltissima energia e dunque un mangime grassato, in cui i grassi a cartellino sono sopra al 5%, ci può aiutare a compensare le necessità energetiche del lavoro intenso senza ricorrere a quote abbondati di cereali.
Un esempio di dieta per un cavallo di 500 kg in lavoro intenso con una condizione corporea adeguata può essere:
– 11-12 kg di fieno
– 200 g di super fibre fornite da polpe di bietola da somministrare dopo ammollo in acqua.
– 2 kg di mangime a base di cereali
– 1.5 kg mangime fat and fiber ovvero di un mangime che ha valori di grassi tra il 6-8% e fibre intorno al 14-17%
– 300 – 400 grammi di un bilanciatore della razione che apporta vitamine e minerali, ma anche proteine nobili per il muscolo.
– Integratori
Naturalmente tutti gli alimenti vanno somministrati seguendo la regola del poco e spesso, in più pasti al giorno evitando digiuni maggiori di 4-5 ore. Nei giorni di lavoro molto intenso possiamo aumentare le dosi di mangime di circa mezzo kg e aggiungere elettroliti e integratori mirati per lo sforzo. Dosi e mangimi vanno comunque studiati in base al cavallo alla sua condizione atletica e fisica seguendo i consigli del veterinario.
GLI INTEGRATORI, QUALI SCEGLIERE?
L’esercizio intenso causa nel cavallo sia la produzione e l’accumulo di lattato, ma anche di altri metaboliti. Infatti l’esercizio intenso non solo agisce sui muscoli, ma su tutti i tessuti: esso incide sul sistema immunitario, e provoca l’aumento delle proteine legate all’infiammazione.
Per prevenire gli effetti negativi di questa risposta possiamo da una parte alimentare e allenare correttamente il nostro cavallo, ma anche integrare la sua dieta con sostanze particolari come:
–Tamponi per l’acido lattico: sono chiamati così perché sono in grado di contrastare proprio l’accumulo di acido lattico. Il più conosciuto è la DMG o dimetilglicina. L’aggiunta dei tamponi deve essere fatta in previsione della gara in quanto possono essere di aiuto nel facilitare il recupero tra una gara e l’altra.
–Antiossidanti: sono molecole importantissime per contrastare lo stress indotto dall’esercizio intenso. Esse sono naturalmente presenti nell’organismo, ma possono essere date anche con la dieta. Ad esempio Vitamina E e Vitamina C che sono la base, ma negli integratori vengono aggiunte materie prime o additivi vitaminici che hanno funzione antiossidante. Tra le molte sostanze presenti in commercio con questa funzione esistono estratti naturali di cui sono ricchi bacche o altri alimenti vegetali come la frutta e verdura.