La libertà che vogliamo e il coraggio che ci serve
L’arte accademica dell’equitazione e lezioni
di vita quotidiana
Naraya Pierandrei
La relazione o legame che si crea tra una persona e un cavallo è unica nel suo genere.
Ed è proprio questa relazione che mi ha insegnato molto e che è stata la mia forza motrice da quando avevo 8 anni.
La quantità di fiducia che serve da entrambe le parti, perché sì, si tratta di una mutua collaborazione, non è da sottovalutare.
Il processo di apprendimento appartiene ad entrambe le parti, l’umano e il cavallo.
La relazione è caratterizzata da comunicazione non verbale intrecciata ad uno scambio di emozioni.
Il cavallo sente quello che provi e viceversa. Se hai paura, il cavallo lo percepisce e agisce di conseguenza.
Sono tanti i benefici che scaturiscono dalla pratica dell’equitazione.
I benefici fisici sono importanti, ma i benefici mentali si estendono al di là dell’immaginabile.
I benefici mentali nascono sia dalla disciplina dell’equitazione e dal rapporto che si instaura con un cavallo.
La “disciplina” insegna regole e perseveranza specialmente nei bambini. Aiuta a sviluppare pazienza e gentilezza.
La capacità di amare è una parte importante, poiché l’amore che un cavallo può dare non è misurabile.
L’interazione con un animale così grande e a volte imprevedibile può anche aiutarci ad acquisire competenze nella risoluzione di problemi.
Possiamo imparare e praticare la comunicazione non verbale, gestire e controllare le emozioni, aumentare la fiducia in noi stessi e negli altri.
Un altro grande beneficio è imparare a controllare ed essere più consapevoli delle proprie emozioni attraverso la comunicazione con i cavalli.
Il rapporto con un cavallo può essere allo stesso tempo semplice e complesso.
Un cavallo può diventare il nostro migliore amico, l’insegnante, il partner e il più grande fan.
Può fidarsi di noi e noi di lui.
Un cavallo può diventare uno specchio per le tue paure più profonde, la mano fidata che ci permette di passare dalle nostre insicurezze alla versione migliore di noi.
La libertà che vogliamo e il coraggio che ci serve. Possiamo volare e possiamo cadere.
Possiamo piangere e sorridere. Crescere con la passione per l’equitazione ci può regalare uno spazio sicuro dove rifugiarci.
Ci dona amicizia, emozioni forti e libertà. Ci insegna a non arrenderci mai e lavorare sodo.
Ci dona lezioni di vita e una passione che non ci abbandona.
Ci insegna gentilezza, lavoro di squadra e intelligenza emotiva.
In un maneggio si può trovare un mondo intero, una comunità e una casa.
Possiamo imparare a collaborare, lavorare ed essere responsabile.
Il rispetto è uno dei principi fondamentali, impariamo a rispettare i cavalli, le persone e gli spazi attorno. Le ore scorrono al di fuori del tempo. Una casa lontano da casa dove tutto sembra possibile.
I sogni sono il menù principale e la gioia è condivisa.
Il cavallo è stato un compagno degli uomini fin dal principio, ci hanno accompagnato attraverso le guerre, paesi e cuori.
Una collaborazione che merita di essere onorata.
Dai principi del sistema naturale, dove il concetto principale esplorato era come il cavaliere deve imparare ad adattarsi al cavallo, non viceversa, e come i movimenti del cavaliere non dovrebbero mai ostacolare i movimenti naturali del cavallo che va a sottolineare uno degli insegnamenti fondamentali tratti dall’arte accademica equestre.
Nella storia dell’equitazione un cambiamento importante si può trovare nella relazione tra uomo e cavallo, dove il cavallo non viene piú trattato come un mezzo, ma capiamo che si tratta di un essere pensante e sensibile.
Portando il benessere del cavallo al centro dell’equazione.
Alla Scuola di Arte Accademica Equestre di Enggaarden, in Danimarca, è possibile immergersi in un periodo di allenamento intenso per la durata di tre mesi, sotto la guida della istruttrice Michelle Wolf, formata a sua volta da Bent Branderup, Grand Master dell’Arte Accademica Equestre.
Durante il mio stage ho riflettuto su come tutti gli insegnamenti che ho avuto l’onore di ricevere, si possano usare nella vita di tutti i giorni.
Come fermare l’addestramento al momento giusto, ad esempio dopo un risultato ottenuto, piccolo o grande non importa.
Riuscire a riconoscere una piccola vittoria e sapere quando fermarsi, può avere un grande impatto a lungo termine.
L’addestramento inizia da terra dove il primo passo è quello di creare un dialogo con il cavallo, come diciamo nella vita bisogna imparare a camminare prima di correre.
Essere consapevoli dei propri mezzi di comunicazione, di come ci si esprime, un semplice gesto della mano fatto male potrebbe portare a confusione e incomprensioni.
Non dovremmo mai usare troppi aiuti insieme, questo può sopraffare il canale di comunicazione, concentriamoci su una cosa alla volta, un passo alla volta.
La pazienza diventa un punto focale, quando i cavalli sono addestrati in questo modo non accettano comunicazioni poco chiare.
Potrebbe essere paragonato a come nella vita se pensiamo troppo al futuro o siamo troppo ansiosi, la vita potrebbe presentarci ostacoli a sorpresa.
Ampliamo la nostra consapevolezza, siamo aperti a ricevere e pronti ad ascoltare e percepire il cavallo; se siamo troppo concentrati sul nostro mondo interiore potremmo perderci ciò che sta realmente accadendo intorno a noi.
Con questo articolo ho voluto trasmettere il legame tra gli insegnamenti dell’arte accademica equestre e la loro estensione alla vita di tutti i giorni, perché l’equitazione e in particolare i cavalli stessi possono donare moltissimo alle nostre vite, consentendoci di entrare nel loro piccolo universo, di essere testimoni alla loro saggezza e di diventare una versione migliore di noi stessi.